venerdì 21 febbraio 2014

Ritorno " all'essere "

http://www.quotidianosanita.it/cronache/articolo.php?articolo_id=19821&fr=n

http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=19829&fr=n

Papa Francesco: Anziani, malati e disabili vittime della "cultura dello scarto"


Salute. E' il valore più importante per l'80% degli italiani, ma il 36% non fa prevenzione


........"Alla base delle discriminazioni e delle esclusioni vi è però una questione antropologica: quanto vale l’uomo e su che cosa si basa questo suo valore. La salute è certamente un valore importante, ma non determina il valore della persona - ha scritto il Pontefice -. La salute inoltre non è di per sé garanzia di felicità: questa, infatti, può verificarsi anche in presenza di una salute precaria. La pienezza a cui tende ogni vita umana non è in contraddizione con una condizione di malattia e di sofferenza. Pertanto, la mancanza di salute e la disabilità non sono mai una buona ragione per escludere o, peggio, per eliminare una persona; e la più grave privazione che le persone anziane subiscono non è l’indebolimento dell’organismo e la disabilità che ne può conseguire, ma l’abbandono, l’esclusione, la privazione di amore"............


................."Italia insoddisfatta. Un quarto della popolazione non è contento della propria situazione economica (il 23%) e l’insoddisfazione è aumentata considerevolmente negli ultimi 2 anni (+ 5%). Tra i problemi più sentiti dagli italiani spunta anche la mancanza di tempo, segnalata dal 21% del campione. Diminuiscono poi i connazionali appagati dal proprio lavoro (passati dal 45% al 39%), mentre per il momento reggono i rapporti famigliari (molto positivi per il 69%), amicali (62%) e sentimentali (58%).
In generale, negli ultimi 2 anni sono raddoppiati i pessimisti. Oggi infatti quasi 1 italiano su 3 è sfiduciato (il 27% contro il 14% del 2011) e ben il 14% crede che la situazione sia destinata a peggiorare ulteriormente nei prossimi 3 mesi. Resiste, però, uno zoccolo duro di “inguaribili ottimisti”: il 14% (era il 30% un anno fa) ritiene che la situazione non possa peggiorare ulteriormente ed è dunque destinata a migliorare. I più ottimisti sono uomini (70% contro 66% delle donne) e meridionali (71% vivono al Sud contro 68% al Nord e 61% al Centro), soprattutto giovani (nell’81% dei casi hanno meno di 34 anni) e in prevalenza laureati (88%).".........


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commento

Questa è la 'società'  in cui viviamo oggi e che forse lasceremo ai nostri figli.
Uno scatto d'orgoglio, un ritorno alle origini del nostro essere uomini, un rientro nella 'normalità' del vivere e "dell'essere" più che la corsa sfrenata "all'avere", a mio modesto parere sono i presupposti per garantire uno stato di 'salute' accettabile.




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