venerdì 22 agosto 2014

Il balletto delle responsabilità

http://ragusaoggi.it/46227/vicenda-chiusura-reparto-chirurgia-ospedale-di-scicli


Nota della segreteria provinciale del sindacato Medici Italiani

VICENDA CHIUSURA REPARTO CHIRURGIA OSPEDALE DI SCICLI

......."La vicenda in oggetto,per quanto incidentalmente capitata nel momento forse meno adatto ad attente riflessioni,le impone comunque. Al di là delle eventuali Responsabilità , se ve ne sono e che verranno verificate nelle opportune Sedi, il dibattito sul “Diritto alla Sanità” potrebbe e dovrebbe andare, a nostro avviso, più in là della semplice difesa Campanilistica e di “Paese”. A nostro avviso il tema è quello della Sanità che vorremmo avere o che dovremmo avere e che possiamo permetterci come collettività.".....
....."Quale è allora la Sanità che dovremmo e che dobbiamo avere? E’ quella dei LEA ,i livelli essenziali di Assistenza che devono essere garantiti per Legge a Tutti i Cittadini ed è quella dei corretti standard Ospedalieri che di certo non prevedono 5 Reparti uguali per poco più di un quartiere di Roma (tanti siamo i Cittadini della Nostra Provincia)o 2 o più reparti uguali a 7/8 Km di distanza l’uno dall’altro.La sanità che dovremmo avere prevede una spesa del 5% della quota sanitaria per la Prevenzione e la Medicina Preventiva,del 52% per la Medicina del Territorio (cioè tutto quello che non è Ospedale) ed il restante 43 % per l’Ospedale. Siamo sicuri che queste quote dettate dalla “legge” nella nostra Provincia siano rispettate?Questo è quello che “possiamo” e che “dobbiamo” avere,una corretta ridistribuzione ed allocazione delle Risorse che non metta il “Campanaro” al centro del sistema ,ma che metta il Cittadino e gli garantisca ,nella propria realtà Provinciale,le giuste e le migliori cure possibili senza costringerlo alla “mobilità passiva”,così si definisce tecnicamente quello che la gente chiama il viaggio della speranza cioè l’emigrazione per la Salute e la Cura.".......

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commento


La nota è a firma del collega Alessandro Tumino, professionista attento che opera sul territorio.
Il guaio risiede sicuramente in una mancanza cronica di programmazione sanitaria legata ai bisogni reali del territorio provinciale. Quando negli anni 2003/2008 si iniziò a riformulare l'offerta ospedaliera del capoluogo provinciale, nonostante i 'veti' e le 'pressioni contrarie', accorpando servizi e reparti doppioni, si ebbe sicuramente un miglioramento della qualità assistenziale. Poi il tutto si fermò e iniziò il 'balletto' delle responsabilità : 'di chi la competenza ? dello Stato, della Regione o del Manager ?'   ...e il tempo è trascorso inesorabile, con la persistenza di ospedali utilizzati male o di un ospedale che da quasi cinque anni attende di essere ultimato e messo in funzione !
E' arrivato il tempo della 'rottamazione delle vecchie abitudini e dei vecchi poteri' anche nella sanità iblea, ne siamo convinti, a meno che non si preferisca perseverare, obbligandoci a prendere la valigia e partire verso il Nord.




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