venerdì 28 gennaio 2011

Risposta alla nota del manager dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa datata 22.01.2011

Agli Organi d’informazione
Sede

La nota trasmessa dall’attuale manager dell’Azienda Sanitaria Provinciale agli organi d’informazione mi costringe a intervenire nel merito di talune affermazioni che, certamente non in malafede, sono contenute in essa.
Non m’interessano le polemiche ‘politiche’, poiché spetta ad altri affrontarle, ma la polemica che il manager vuole portare avanti nei confronti delle amministrazioni che nel recente passato hanno gestito la sanità ragusana ha bisogno di una risposta non polemica, ma allo stesso tempo esaustiva, da parte mia.
Il manager scrive di gestione ‘libera’ e gestione ‘ vincolata’, forse dimenticando che il cosiddetto piano di rientro è iniziato – con i suoi vincoli – proprio quando la sanità era amministrata dai suoi predecessori  (2007) e che molto si deve proprio a essi  se,  nell’arco di alcuni mesi,  il costo dei servizi sanitari si è ridotto di molto senza creare particolari inefficienze e disservizi.
Dimentica, altresì, che l’autonomia della gestione fissata dalla legge esisteva ed esiste ancora oggi, salvo che gli attuali manager, nel frattempo, non siano diventati dei fantocci che si muovono eseguendo solo gli ordini provenienti da Palermo o Catania.
Nell’Azienda Ospedaliera ‘Civile-M.P.Arezzo’ , che ho avuto l’onore e l’onere di dirigere fino al 31 agosto 2009, nessuna spesa incontrollata o assenza di tetti finanziari o scarsa attenzione al rapporto costo/benefici: le relazioni annuali del Collegio dei Sindaci e le approvazioni della Corte dei Conti testimoniano queste mie affermazioni.
È evidente che posso rendere conto soltanto di quanto è stato fatto nell'Azienda Ospedaliera.
 Equiparare in talune affermazioni le due Aziende sanitarie già esistenti in provincia dimostra forse come ‘di tutta l’erba si vuol fare un fascio’: l’attuale manager dovrebbe, a mio parere, essere più chiaro nell’attribuire i comportamenti anomali, sempre che ci siano stati!
Il ’tirare avanti’,  ‘ l’iperfetazione di personale ‘, ‘ l’assenza di percorsi e procedure ben delineati  ‘ - come scrive l’attuale manager – non sono mai appartenute all’Azienda Ospedaliera di Ragusa.
C’è da chiedersi:
Si è ‘tirato avanti’ realizzando le seguenti opere?
-          Richiesta e ottenimento del finanziamento per la costruzione del Nuovo Ospedale di Ragusa, atteso da ben diciannove anni dalla comunità iblea;
-          Espletamento della gara, appalto e consegna dei lavori per il Nuovo Ospedale, riavvio dei lavori dopo il fermo durante il periodo commissariale, avvio dei tavoli tecnici con gli enti istituzionali per la definizione delle infrastrutture legate al nuovo ospedale, emanazione dei bandi di gara per la vendita dei terreni di proprietà dell’Azienda per integrare il finanziamento del Ministero della Salute e contestuale richiesta alla Regione per l’autorizzazione a contrarre un mutuo in caso di ritardo nella vendita dei terreni;
-          Progettazione, espletamento della gara, appalto e consegna dei lavori per la costruzione della nuova Radioterapia comprensiva delle nuove apparecchiature;
-          Progettazione, appalto e realizzazione del parcheggio per l’ospedale M.P.Arezzo;
-          Appalto e realizzazione dei lavori per il nuovo Dipartimento Oncologico;
-          Appalto e realizzazione dei lavori per il piazzale interno dell’Ospedale Civile;
-          Manutenzione straordinaria e pitturazione dei reparti dei due ospedali di Ragusa;
-          Acquisto di nuove apparecchiature – RMN, TAC, Ecografi, Ecocardiografi, Ecc.;
-          Completamento e avvio della cardiologia interventistica;
-          Ristrutturazione dell’ex laboratorio analisi del Civile per il nuovo laboratorio analisi;
-          Completamento del nuovo gruppo operatorio centralizzato di chirurgia del Civile;
-          Completamento impianto antincendio degli ospedali;
-          Ristrutturazione locali ex oncologia per il nuovo reparto di Ortopedia del Civile;
-          Realizzazione impianto di distribuzione gas medicali;
-           Ristrutturazione locali ex medicina per il nuovo reparto di Pediatria del M.P.Arezzo;
-          Indagini sul calcestruzzo utilizzato per il nuovo Ospedale.
-          ecc. ecc.

Si è fatta ‘iperfetazione’ ( ..significa sicuramente ‘aggiunta superflua’) ?
se
-          i lavoratori ‘precari’, già in servizio quando ho iniziato alla fine del 2002 a dirigere l’Azienda Ospedaliera, sono aumentati soltanto di alcune unità, sempre dopo regolare autorizzazione degli organi istituzionalmente preposti;
-          si è normalizzata la posizione di alcuni lavoratori ‘precari’
-          si è avviata la procedura per normalizzare tutto il resto dei lavoratori ‘precari’ , purtroppo senza alcun esito per il blocco da parte della Regione;
-          nonostante le limitazioni delle leggi finanziarie a partire dal 2003 e del piano di rientro a partire dal 2007, sono entrate in Azienda n.244 nuove unità con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, per cui al 30 giugno 2009 il personale in servizio era di n.876 unità a tempo indeterminato a fronte di n.1135 unità previste dalla dotazione organica;
-          sono stati applicati senza alcun ritardo tutti i CCNL per le progressioni verticali, le progressioni orizzontali, gli incarichi professional, le posizioni organizzative e i coordinamenti.


C’è stata ‘assenza di percorsi e procedure ben allineati’ nonostante ciò che si è attivato?

-          l’Atto Aziendale e il relativo Regolamento di organizzazione e funzionamento già nel 2004, tra i primi approvati dall’Assessorato Regionale alla Sanità;
-          l’inclusione nell’elenco delle strutture sanitarie pre-accreditate della Regione;
-          il Centro Unico Prenotazioni dal 2004;
-          un sistema di monitoraggio interno sui rischi e sulle misure di prevenzione e protezione;
-          l’aggiornamento periodico del Documento di Valutazione dei Rischi;
-          le procedure per la prevenzione del rischio incendio;
-          l’adozione del Codice Etico;
-          le procedure per ottenere la Certificazione Europea di Immunogenetica da parte dell’EFI;
-          il sistema Securblood nel contesto del SIMT dell’Azienda Ospedaliera;
-          la procedura ‘RAO’ per la gestione delle liste d’attesa in raccordo con l’azienda territoriale;
-          le procedure dei PDT – percorsi diagnostico-terapeutici- tra l’azienda ospedaliera e l’azienda territoriale;
-          il Servizio di Risk Management;
-          il Servizio di Ingegneria Clinica;
-          il Regolamento per l’Attività Libero Professionale Intramuraria;
-          il Comitato Etico;
-          il Comitato per la verifica dell’Attività Libero Professionale;
-          il Comitato per il Buon Uso del Sangue;
-          ecc. ecc.



Non credo proprio che la situazione esistente al 31 Agosto 2009 nell'Azienda Ospedaliera di Ragusa fosse ‘al limite del caos’ !
I fatti dimostrano proprio il contrario.
C’è da chiedersi invece cosa ne è venuto fuori da quest’accorpamento dovuto a una Legge di Riforma inappropriata ed essa stessa, invece, apportatrice di caos.
Reparti che sono accorpati senza alcun nesso logico, ospedali che sono ridotti a fantomatiche case della salute, personale demotivato, controlli quasi inesistenti, calo dell’indice di efficacia.
Nonostante ciò l’attuale manager è stato già valutato positivamente dall’Assessorato Regionale alla Salute per i primi quattro mesi del suo mandato (settembre-dicembre 2009) con l’erogazione dell’incentivo per il raggiungimento degli obiettivi (ma quali ? – chiede l’On.le Barba gallo del Pd in un’interrogazione a risposta scritta nei confronti dell’Assessore Russo-), mentre i suoi predecessori aspettano di essere ancora valutati dal 2004 all’agosto 2009.
L’attuale manager chiede nella sua nota di ‘fare un piccolo passo indietro’ per poi ‘preparare con questo la rimonta’: ci si chiede, ma indietro partendo da dove ? o forse vuole indietreggiare per riprendere fiato e scattare in avanti, ma verso dove?
Non credo che la nostra gente sia stata imbrogliata da chi ha gestito la sanità fino ad agosto del 2009 ; non si può scrivere ‘..il patto che abbiamo stretto con i cittadini..si pone come l’obiettivo fondamentale di dare risposte senza imbrogliare’, senza riflettere almeno un attimo o senza chiedere informazioni su ciò che è stato fatto per i cittadini e detto con estrema franchezza alla nostra comunità.
‘ Non fare le cose pensando che niente e nessuno verrà dopo di noi ‘– dice l’attuale manager – ma forse non ha letto quanto da me scritto, nell’agosto 2009, a pagina sei dell’opuscolo ‘ L’Ospedale che c’è ‘ :” La Direzione strategica della nuova azienda dovrà tener conto di quanto ereditato dalle due aziende accorpate, per cui mi auguro….possa essere utilizzato …per azioni e opere che ancora devono essere portate a termine nell’interesse della collettività della provincia di Ragusa”.
Non è stato mai mio costume, in qualsiasi ruolo professionale, istituzionale o politico ricoperto, pensare di essere il detentore dell’infallibilità e dell’immortalità; ho cercato invece di agire, in ogni momento, per mettere un piccolo tassello nella grande costruzione di una società a misura d’uomo.
Mi auguro pertanto che anche l’attuale manager possa pensarla così, anche perché il tempo passa inesorabile e già metà dell’attuale incarico triennale è alle sue spalle.

28.01.2011

                                                                              Termini Calogero





mercoledì 26 gennaio 2011

da www.ilgiornalediragusa.it

Il Direttore Generale dell’Asp 
interviene dopo le recenti polemiche

Gilotta:“Lavoriamo per 

bene comune,
le polemiche non ci 

interessano proprio"

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"Il Direttore dell’Asp afferma di aver trovato, al momento del suo insediamento, un anno e mezzo fa, una “situazione al limite del caos” e si è dovuto fare i conti con il compito di unificare le due aziende, entrambe allineate alla logica della “libertà”: libertà di assumere 400 precari che oggi chiedono la stabilizzazione, libertà di assumere operai e ausiliari ogni tre mesi (anche part time) per creare false aspettative per future assunzioni, libertà di contrarre spese senza il concreto finanziamento, libertà di approvare progetti a carico del bilancio aziendale e molte altre criticità i cui effetti sono ancora sotto gli occhi di tutti. Gilotta parla a ruota libera, con la sicurezza che gli deriva dal suo ruolo e sostiene che il suo compito è differente."

commento
il Dr.Gilotta farebbe bene a precisare dove e quale tipo di 'caos' ha trovato nella sanità iblea quando, 18 mesi fa, si è insediato e, soprattutto, dovrebbe chiaramente dire cosa ha fatto di concreto per cercare di eliminare questo 'caos' !
Ricordiamoci che fino al 31 agosto 2009 la sanità iblea era divisa in due Aziende : l'Azienda Sanitaria Locale n. 7 e l'Azienda Ospedaliera 'Civile-M.P.Arezzo' di Ragusa.
A chi e a cosa fa riferimento ?
Faccia un elenco completo ed esaustivo dei componenti del 'caos' e sicuramente ci sarà chi potrà rispondere punto per punto.
Troppe parole e 'filosofia'.....altri, nel passato recente, hanno preferito i 'fatti' !!!!! ..che poi sono sotto gli occhi di tutti !



mercoledì 19 gennaio 2011

da www.ilgiornalediragusa.it

Dopo il caso Civello

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di Felicia Rinzo   
Lunedì 17 Gennaio 2011 - 10:34
Ragusa - “La notizia di questi giorni che ha scosso 
non poco la comunità ragusana ed in modo particolare 
la sanità ci lascia a dir poco sgomenti, sia come 
associazione che difende i diritti dei consumatori  
sia come comuni cittadini; tutti noi siamo utenti del 
servizio sanitario e notizie del genere non ci confortano, 
bensì contribuiscono a creare un sentimento di confusione 
e sfiducia su tutta la “cosa pubblica” che, al contrario, 
dovrebbe dare certezza e sicurezza ed essere nostra garante.

Non intendiamo fare alcun commento sull’accaduto e 
 neanche processare nessuno - dice Gianni Cerruto, presidente 
di Adiconsum - ci sono altri organi e istituzioni deputati a fare ciò, 
allo stesso modo siamo però convinti, e lo diciamo con 
fermezza, che a fronte di episodi e comportamenti del genere, 
c’è una grandissima maggioranza di operatori della sanità, 
ad iniziare dai medici per finire a tutto il personale paramedico, 
 che svolge il proprio lavoro con assoluta dedizione e 
professionalità. Abbiamo anche scelto - continua Cerruto - di 
far sentire la nostra voce a qualche giorno di distanza dall’episodio, 
a riflettori spenti, in quanto non vogliamo, come ho già detto, 
fare processi, ma interrogarci per capire “alcune cose” sulla 
sanità a Ragusa. A tal proposito nei prossimi giorni chiederemo 
un incontro formale al direttore generale dell’ASP per fare il punto 
sulla situazione e per cercare di trovare delle risposte alle tante 
domande che noi tutti ci poniamo. La nostra associazione 
– conclude Cerruto – per la caratteristica che ci contraddistingue 
si dichiara disponibile ad assistere legalmente chiunque volesse 
costituirsi parte civile nel procedimento penale contro i 
responsabili di tali reati”.

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                   Il mio commento
Anche su Ragusa si abbatte il ciclone 
della ‘Malasanità’  ?



Non avrei voluto mai scrivere un commento per il mio blog 
che riportasse questo titolo.
I fatti che in questi giorni sono stati portati all’attenzione 
della pubblica opinione dalle varie conferenze stampa  
( NAS, ASP, Sindacati Medici, ecc.) e dai comunicati di 
varie Associazioni, come Adiconsum,  mi spingono a 
scrivere su questo argomento.
Da medico, innanzitutto, e, poi, da ex amministratore 
della non più esistente Azienda Ospedaliera di Ragusa 
sono profondamente amareggiato per ciò che è venuto 
fuori dalle indagini dei NAS.
Il garantismo voluto dalla nostra Costituzione porta 
a considerare il Prof.Civello sempre come un presunto 
innocente  fino a che la Magistratura, attraverso i suoi 
vari gradi di giudizio, non formula il verdetto finale.
onostante ciò tutti i titoli dei quotidiani isolani e 


nazionali hanno continuato a sbattere il ‘mostro’ in 
prima pagina e con titoli che sicuramente lasciano il segno.
Non voglio mettere in dubbio il lavoro professionalmente 
serio e scrupoloso portato avanti dai NAS, ma se tra 
qualche tempo dovesse poi spuntare qualcosa di 'diverso', 
chi potrà mai togliere al professionista lo sporco che 
gli si è riversato addosso?
Quando decisi di affidare al Prof. Civello, direttore di uno 
dei reparti di Chirurgia Generale del Policlinico Gemelli 
di Roma, la direzione della Struttura Complessa di Chirurgia 
Generale dell’Ospedale Civile di Ragusa ho tenuto conto 
del suo curriculum e della sua manifesta volontà di far fare 
un salto di qualità alla chirurgia ragusana, data la sua non 
indifferente esperienza maturata in tanti anni in una 
struttura di eccellenza come il Policlinico Gemelli.
In effetti, dopo il suo insediamento, il flusso dei pazienti 
verso la chirurgia generale iniziò ad aumentare in modo 
considerevole e, soprattutto, la tipologia delle patologie 
trattate cominciò ad avere un ‘peso’ più rilevante.
Pazienti provenienti da tutta la provincia, da province 
limitrofe e, addirittura, anche da fuori Sicilia : questi i 
dati che mensilmente pervenivano alla mia attenzione.
Nessuna segnalazione scritta sia firmata che ‘anonima’ mi 
fu recapitata dal maggio 2008, data di inizio attività del 
Prof. Civello, all’agosto 2009, data della mia cessazione 
dall’incarico di Direttore Generale, in merito ai fatti emersi 
dall’indagine.
Quanto successo sicuramente può provocare un impatto
negativo sulla pubblica opinione, a meno che la magistratura
proceda speditamente facendo rapidamente chiarezza su tutto.
Me lo auguro ( e sicuramente se lo augurano tutti i cittadini
iblei !) , in modo che il lavoro di tutti gli operatori sanitari
della nostra provincia possa continuare sereno e con
la solita dedizione, così come è stato da sempre !
Una sanità di qualità come la nostra non può essere
trascinata dal vortice di un ciclone perchè le sue 
radici sono solide e ben piantate.












sabato 1 gennaio 2011

da www.corrierediragusa.it

POLITICA
RAGUSA - 01/01/2011
Ragusa: intervista esclusiva al parlamentare modicano del Pdl

Nino Minardo, il teen ager di successo che inquieta i veterani del centrodestra

Il deputato risponde ai quesiti che la gente gli porrebbe: «Non sono il burattino di famiglia. Questa legge elettorale evita il voto di scambio. Mauro non l’ho fatto fuori io. Chiedete a zio Riccardo perché ha lasciato F.I. Dipasquale e Incardona candidati a sindaco del Pdl, Terranova assessore alla Provincia. Comiso, questione ancora aperta
CorrierediRagusa.it
Enfant prodige, «figlio di papà» o giovane rampollo di una famiglia di successo, all’inizio di qualunque carriera sono etichette che fanno piacere. Alla distanza mutano in fastidio, peso da scaricare alla svelta. Liberarsene. Il chiodo fisso di Nino Minardo (foto), 32 anni, modicano, moglie Giulia e 3 figlie, Nina, Maryam e Bianca messe al mondo nel lasso di pochi anni; deputato della Repubblica dal 2008: bella presenza, appeal naturale e invidiabile, eleganza di stile perfetto. Milita nel partito del gossip e della spregiudicatezza, ma la sua giovane età non è contaminata dai presunti vizi del Cavaliere. Soldi, salute, potere e successo non mancano. Con il suo ingresso in politica, devastante come un’onda anomala, zio Riccardo ha cambiato casacca, l’ex pupillo di Berlusconi, Giovanni Mauro, è andato a cercare spazi in periferia e quel marpione di Innocenzo Leontini ha dovuto sfoderare tutta la sua maggiore esperienza politica per non farsi mettere in gabbia dall’astro nascente.

La premessa parte da troppo lontano, ma vuole anticipare una domanda doverosa e semplice. Onorevole Minardo, quanto ha pesato e pesa il carisma della sua famiglia e di papà Saro sul suo successo politico?
«Me l’aspettavo. La mia famiglia non è un peso ma motivo d’orgoglio. Mio padre viene dall’agricoltura, uno che s’è costruito da solo e che dà lavoro a 100 famiglie in provincia. E’ un merito o un demerito questo?»

Il suo ingresso in politica è un suo desiderio o un’imposizione per fermare il lanciatissimo zio e l’ormai imbarazzante Mauro in FI?
«Non ho mai subito imposizioni dai miei. Io ho solo chiesto consigli. Non sono il burattino nelle mani di papà, questo vorrei fosse chiaro una volta per tutte. La scelta di fare politica è mia. Una passione nata quando m’hanno dato l’assessorato alla Provincia. E le assicuro che il mio attivismo in politica non produce vantaggi all’azienda».

Lei ha soli 32 anni, una partenza brillante e bruciante, dove vuole arrivare?
«Non intendo la politica come un mestiere, mi ci dedico con passione a tempo pieno. Sono ambizioso, sì, e voglio continuare a lavorare nel mio partito perché credo nei cittadini di questa provincia».

Sta facendo giuramento amore eterno al Pdl. In questo periodo è come non avere cognizione del tempo.
«Cambierei il Pdl solo se il Pdl cambiasse nome.»

E allora le giro la domanda. Che pensa dei globe-trotter che hanno lasciato altre correnti per mettersi sotto la sua stella nascente?
«Sono contento che credono in me. In ogni caso non li considero trasfughi, è gente che apparteneva sempre al mio partito: quindi nessun trauma».

Quando si dice: al posto giusto nel momento giusto. Che ne pensa della «porcata» della legge elettorale?
«La «porcata», come è stata chiamata da chi l’ha fatta, non l’ho concepita e non l’ho votata io. L’ho trovata e ne ho beneficiato come tanti altri".

E’ facile sedersi a tavola già imbandita.
«Guardi che io la mia gavetta l’ho fatta. Se qualcuno pensa che ho avuto tutto gratis si sbaglia. A 24 anni sono stato assessore alla Provincia e presidente dell’Aapit, a 26 anni ho sfidato il colosso Leontini alle elezioni regionali e ho avuto la bellezza di circa 12 mila consensi, il 10% del nostro elettorato. I miei voti, come vede, ce li avevo e credo di averli ancora. Sono abituato a confrontarmi sa, anche all’università ero il candidato degli studenti di Forza Italia».

Non ha risposto se questa legge elettorale le va bene.
«Potrebbe essere migliorata, ma non sappiamo se ci sarà il tempo. Anche se sono convinto che la legge sia buona. In Toscana, dove governa la sinistra, se non vado errato, si vota con le liste bloccate».

E’ buona perché facilità le elezioni dei primi della lista che ha voluto il partito?
«L’aspetto positivo è che ci rende meno ricattabili. Evita i compromessi fra candidato ed elettorato. Siamo grati al partito perché non siamo ricattabili e stronca il voto di scambio».

E’ un caso che il suo arrivo sulla scena ha fatto scappare lo zio Riccardo e messo in panchina Giovanni Mauro?
«Io non ho preso il posto di Mauro, l’esclusione è un problema suo col partito, io non c’entro».

Come sono i rapporti con zio Riccardo?
«Se ci incontriamo ci salutiamo. Perché è andato via? Lo chieda a lui».

Un inciso, onorevole, questo Cas (Consorzio per le autostrade siciliane) le ha provocato più guai giudiziari che onori.
«Se allude alla richiesta di rinvio a giudizio le dico che sono sereno e ho tanta fiducia nella Magistratura. Non è vera la nomina del direttore generale Vincenzo Pozzi. Si tratta di un affidamento co.co.co per un anno a uno che è stato presidente dell’Anas per 5 anni, mica l’ultimo arrivato. Dopo 4 mesi Pozzi s’è stufato e se n’è andato».

Fra 6 mesi si voterà a Ragusa e Vittoria, 100 mila abitanti sono un buon test per le forze in campo della provincia. Lei è un leader, partecipa alle trattative e detta condizioni. Parecchi se ne vanno insoddisfatti. A Comiso la situazione le è sfuggita di mano, anche se il suo «amico» Alfano la invita al dialogo per il 2011.
«Io sono per favorire le entrate e non le uscite. Cercheremo di recuperare i dissidenti».

Riformulo la domanda. A Ragusa sul nome di Nello Dipasquale, nulla quaestio; ma a Vittoria c’è Riccardo Terranova che vuole spezzare le catene per candidarsi. So di un accordo fra lei e Miccichè per rabbonire il recalcitrante vittoriese e fare scattare il disco verde per Incardona. Vediamo quanto riesce a essere diplomatico.
«Terranova è un caro amico e una risorsa prima di F.I. e ora del Pdl. Potrebbe fare il candidato a sindaco. L’ho incontrato è gli ho spiegato che l’unità della coalizione è fondamentale per battere il centrosinistra che governa da sempre Vittoria. Incardona è persona rispettabile ed ha le carte in regola per candidarsi a sindaco. Perché Forza del sud gli conferisce quella coerenza che Fli gli toglieva».

Più chiaro di così? Terranova va alla Provincia grazie alla verifica ancora aperta?
«Alla Provincia abbiamo avuto maggiori richieste di attenzione per l’area ipparina, non escludo i dovuti passaggi per un impegno di Terranova».

Onorevole Minardo, a Comiso però ha dovuto ingoiare un boccone amaro. Nella nuova giunta non c’è un minardiano.
«Quella di Comiso è una vicenda strumentalizzata. Ci sono colleghi del mio partito che hanno predicato bene e razzolato male. E la situazione degenera quando si dice una cosa e se ne fa un’altra».

Quel suo collega che predica bene e razzola male porta il nome di Leontini?
«Non faccio alcun nome, tragga lei le conclusioni. La questione Comiso è ancora in standby. Nei primi giorni di gennaio potrebbero esserci grosse novità».

Lei ha una caratteristica che va in controtendenza con quella dello zio Riccardo. Non la vedo presenzialista.
«Lei vede bene. Non amo le passerelle, ci sono solo quando realizzo progetti importanti».

Su quali progetti importanti ha messo il suo zampino.
«Da parte dello Stato cito il Cipe, Gianfranco Micciché per intenderci. Nove milioni ai comuni della Provincia. I finanziamenti di piazza del Popolo a Ragusa vengono da lì. Tanti altri comuni hanno avuto una bella fetta di finanziamenti».

Ora ricordo, s’è beccato tante accuse perché Vittoria non ha ricevuto niente.
«Vittoria deve accusare se stessa non il Cipe e me. Perché è l’unico comune che non ha presentato uno straccio di progetto».

Che altro ha fatto?
"Il finanziamento della Ragusa-Catania, l’aeroporto di Comiso. A proposito, posso rispondere a chi propala falsità? Le faccio vedere sul cellulare il decreto firmato congiuntamente dai ministri La Russa, Matteoli e Tremonti per quanto riguarda l’Enav, il traffico di volo e il sedime".

Parliamo di cose drammatiche: lavoro per tutti, tutti precari. Tanti giovani come lei non possono avere una moglie, 3 figli e una casa perché nessuna banca concede il mutuo senza una busta paga certa e duratura.
«Il precariato è il lascito di una certa classe politica. La situazione è drammatica, ogni venerdì ricevo 50 persone che cercano lavoro. Mio papà è d’origine contadina, voglio dire che il lavoro va creato, anche se non è posto fisso".

Ma non tutti hanno le capacità imprenditoriale di Minardo, restano disoccupati a vita?
«In questa provincia ci sono risorse immense nel settore turistico e artigianale. La politica deve sostenere questi due settori non promettere il posto fisso».

Anche se è giovane, mi cita un politico del passato o attuale che apprezza?
«Non è vivente. Nino Avola, figura affascinante. Ha fatto tanto. Lo vedevo passeggiare al corso e la gente lo guardava ammirata».

Fra i contemporanei?
«Non ci sono esempi da seguire».

E allora chi dovrebbe cambiare mestiere.
«Chi fa giustizialismo».

Onorevole, c’è qualcuno che paragona la famiglia Minardo a quella Berlusconi? Politica e informazione mediatica è un tutt’uno. Lei in Parlamento e contestualmente editore di tv e giornali. Qual è il confine che separa le due cose per evitare quello che viene definito un conflitto di interessi.
"La invito a vedere i nostri media per accorgersi quanto poco vengono utilizzati dal sottoscritto. Per contro, la notizia si dà sempre, compresa la richiesta di rinvio a giudizio per il Cas".

E cattolico?
«Sì, ma pratico poco per pigrizia».

Quale hobby coltiva?
«Faccio il baby-sitter, colleziono cravatte, letture che vanno dalla saggistica all’attualità».

Le piacciono le «vetture» Escort?
«Mi dispiace ma è materia che non tratto».

Perché non ha l’età o per non irritare il Cavaliere?
«Le dicerie su Berlusconi sono tutte da dimostrare, personalmente non ci credo».

Le solite invenzioni delle adolescenti capricciose?
«Credo che le donne in carriera siano disposte a tutto".

Da 10 minuti vedo che continua a guardare il polso sinistro ogni 30 secondi. Intuisco che ha fretta, che il tempo è scaduto e che non rimane altro che augurare buon anno e di auspicare più attenzione della classe politica ai problemi della gente che soffre. Soprattutto ai giovani che non hanno lavoro e che non sono nati per fare gli imprenditori, senza i quali giovani questo Paese diventerà in pochi anni uno stivale geriatrico privo di futuro e con una memoria storica in via d’estinzione.

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Il mio commento

Una ottima intervista ad un 'giovane' deputato.
Mi è sembrato opportuno inserirla nel mio blog
considerato l'impegno dell'On.le Nino Minardo
per la sanità iblea.