giovedì 26 luglio 2012

Le prestazioni sanitarie, oggi e domani.



Si leggono con molta frequenza sia sulla stampa sia su internet interventi di esponenti della società civile sulla problematica delle prestazioni sanitarie.
Spesso questi interventi fanno notare le deficienti risposte sanitarie in termini di tempi di attesa, lamentando la farraginosità della burocrazia e la lentezza nell’esaudimento della richiesta.
E’ la ben nota percezione immediata del soddisfacimento dei bisogni essenziali: “mi sento male e voglio subito una risposta al mio problema, se non è così, allora si può morire!".
Che cosa percepisce immediatamente un paziente ricoverato in un reparto ospedaliero? La professionalità del personale medico e non medico? Fateci caso, non è proprio così: le prime cose che sono valutate sono la presenza della carta igienica nel bagno, la pulizia delle lenzuola e della stanza, la qualità del cibo, la bottiglia di acqua minerale, subito dopo la gentilezza e disponibilità del personale medico e non medico e alla fine la professionalità. La scelta iniziale, prima del ricovero, se non urgente, ovviamente è stata fatta su consiglio del Medico di famiglia o del passaparola sulla competenza dei medici del reparto.
Che cosa percepisce un cittadino quando telefonando al CUP o recandosi di persona nei vari punti di prenotazione si sente rispondere: "la prestazione potrà essere eseguita tra sei mesi"?
La prima sensazione che avverte è: "mi stanno prendendo in giro", poi "se ci vado a pagamento, sicuramente, mi visiteranno domani", poi "ma non è un mio diritto ricevere una visita al più presto, pagando solo il ticket?". Alla fine esplode la rabbia espressa o inespressa, diventando in quest’ultimo caso insoddisfazione.
Sono questi dei problemi sorti oggi?
Macché, sono problemi di cui si parla e straparla da decenni. Purtroppo la soluzione non risiede sui tavoli delle realtà sanitarie locali, bensì a livello regionale e, per alcuni aspetti, a livello nazionale.
La riforma sanitaria scritta dall’Assessore Russo su consiglio di alcuni ex manager della sanità catanese ha mostrato i suoi lati deboli (ampiamente preconizzati già in fase di approvazione da parte dell’assemblea regionale) proprio nel voler mettere assieme, in un unico recipiente, l’assistenza ospedaliera e l’assistenza territoriale con la convinzione (errata) di poter gestire meglio la domanda sanitaria nella sua globalità. Che cosa è avvenuto? L’offerta sanitaria territoriale, che avrebbe dovuto soddisfare la domanda di prestazioni elementari, non è stata adeguatamente potenziata, mentre l’offerta sanitaria ospedaliera è stata ridimensionata con il taglio di risorse umane e logistiche, con il paradosso che la domanda di prestazioni elementari ha continuato a indirizzarsi verso ospedali depauperati, creando sovraccarichi, disfunzioni e malumori.
A mio parere, il governo che uscirà dalle urne a fine ottobre dovrà rimettere mano alla riforma di Russo, rimodellandola dopo la fallimentare esperienza di questi tre anni, pena il successivo divario tra la sanità siciliana e quella delle regioni del centro nord.
La tanto decantata ‘spending review’ (o rivisitazione dei costi) potrà essere applicata anche nella sanità siciliana: non dovranno, però, essere gli interessi politici o (peggio ancora) personali i riferimenti per ridisegnare un servizio sanitario regionale che tenga conto dei reali bisogni della collettività.

                                                                                                              -segue-



lunedì 23 luglio 2012


http://www.tuttixsantacroce.it/2012/07/23/parliamo-di-sanita-2/

Il commissariamento.

La storia della sanità iblea riporta nella sua cronologia la presenza saltuaria di commissariamenti dal 1995 in poi, sia nelle ex USL trasformate in AUSL, sia nell’azienda ospedaliera, ultimo quello che dal gennaio 2006 all’ottobre dello stesso anno vide il dott. Aiello quale commissario dell’Azienda Ospedaliera Civile – M.P.Arezzo di Ragusa.

Abbiamo, quindi, un’esperienza cui fare riferimento e la stessa ci sussurra che pochissimi commissariamenti hanno apportato dei benefici, vuoi per la natura stessa dell’incarico, vuoi per le difficoltà oggettive di programmare per medi e lunghi periodi.

La nomina del commissario dopo le dimissioni (imposte o spontanee-lo dirà il tempo) del dott. Gilotta, manager discusso dell’ASP di Ragusa, è salutata da molti come l’arrivo del taumaturgo che ha il potere di lenire tutte le ferite che,nell’arco di tre anni,sono state inferte al tessuto organizzativo e assistenziale della struttura sanitaria provinciale.

Mi permetto di dissentire.

Se il manager Gilotta è stato poco accorto nel deliberare l’assetto funzionale e organizzativo dell’azienda sanitaria pochi giorni prima di presentare le dimissioni, anche il commissario, nel momento in cui deciderà di modificare o revocare tale atto si assumerà delle responsabilità non sue, tenuto conto del fatto che,al massimo tra cinque mesi, sarà nominato dal governatore eletto alla fine di ottobre il nuovo manager.

L’assetto funzionale e organizzativo dell’ASP (tanto per capirci: quanti reparti e dove, quante strutture semplici, quanti responsabili medici e non medici, quante risorse e dove) doveva scaturire, tre anni orsono, da un’attenta disamina dell’esistente, riorganizzandolo alla luce delle nuove norme regionali in materia di dislocazione delle risorse a livello ospedaliero e territoriale. Ciò non è stato fatto sicuramente per tante ragioni, ma la mancata decisione ha recato insicurezza, demotivazione, inefficienza e inefficacia.

Può il commissario, nell’arco di cinque mesi a disposizione, intervenire su ciò? Non credo.

Che cosa farà? La gestione ordinaria che permette all’azienda di continuare nel suo mandato. Lo farà bene o poco bene, ciò dipende dalle scelte sui collaboratori amministrativi e sanitari che immediatamente dovrà compiere, poiché, essendo il manager dell’ASP di Palermo, potrà dedicare una parte esigua del suo tempo all’ASP di Ragusa. I collaboratori di Gilotta, a ragione o a torto, sono stati identificati come corresponsabili con lo stesso dei danni arrecati alla sanità iblea e, certamente, il commissario terrà conto di queste opinioni; potrà scegliere, comunque, tra i tanti qualificati amministrativi e sanitari presenti nella sanità iblea e che hanno i titoli e l’esperienza necessari.

Non interessa che il commissario sia nato in uno dei paesi della nostra provincia (ciò ha arrecato nel recente passato delle grosse delusioni), invece è importante che porti a termine il proprio incarico con imparzialità e 
nella perfetta trasparenza e su questo sarà attentamente controllato e valutato.

Parliamo di sanità

http://www.tuttixsantacroce.it/2012/07/16/parliamo-di-sanita-iblea/


La sanità della provincia di Ragusa è stata, storicamente, tra le migliori nell’ambiente isolano, pur manifestando talvolta, al proprio interno,lacune e disfunzioni.

I tempi etichettati come ‘gloriosi’ quando operavano professionisti di chiara fama, come i Professori Xiumè o Spampinato a Ragusa e D’ambrosio e Pinna a Vittoria, seppure alla presenza di tecnologie non ancora avanzate come quelle esistenti oggi, sembrano un ricordo ormai lontano.

Purtuttavia anche in tempi relativamente recenti(2002-2009) la sanità iblea ha evidenziato delle realtà assistenziali molto affermate, tanto da far invertire la tendenza emigratoria verso le provincie di Catania e Palermo: per citarne alcune, la cardiologia interventistica, l’oncologia, l’oculistica, la radioterapia.

La riforma sanitaria del 2009, varata dal governo regionale presieduto da Lombardo, ha innescato un processo di revisione assistenziale che, purtroppo, nella realtà iblea ha mostrato i lati deboli di una programmazione avulsa completamente dai canoni tradizionali della lettura della domanda e della conseguente calibratura dell’offerta.

Gli scontri con le realtà locali, poco coinvolte nel processo programmatorio, hanno di fatto bloccato tutto, lasciando inalterati i livelli assistenziali pur alla presenza di risorse finanziarie sempre più limitate. In tal modo il parametro dell’efficienza è sceso verso il basso, trascinandosi dietro il parametro dell’efficacia (percezione dell’utenza di un servizio sanitario sempre più non rispondente ai propri bisogni).

La centralizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale e ospedaliera in un’unica struttura gestionale ha di fatto messo in risalto la debolezza del sistema costruito a tavolino nelle stanze dell’assessorato alla salute, il tutto accentuato dall’insufficiente conoscenza delle dinamiche strutturali preesistenti.

La tendenza a voler cancellare anche la memoria di quanto fatto in precedenza o, ancora peggio, non voler attenzionare ciò che era stato già messo in cantiere per rendere i servizi sanitari sempre più a misura di cittadino, ha rallentato e, in alcuni casi, annullato progetti importanti come l’avvio del Nuovo Ospedale e la realizzazione della Cittadella della Salute a Ragusa.

Mentre da un lato nell’assistenza ospedaliera si è consolidato un processo, speriamo reversibile, di riduzione assistenziale, dall’altro lato nell’assistenza territoriale non si è avviato il processo d’incremento dei livelli e delle strutture assistenziali alternative.

Che cosa percepisce di tutto ciò chi si rivolge alla sanità pubblica per essere ‘assistito’ ?

E’ sufficiente chiedere a chi attende di essere visitato o di praticare un esame diagnostico, a chi ha necessità di essere ricoverato e non trova posto, a chi chiede informazioni su dove o come eseguire una qualsiasi prestazione sanitaria e riceve certezze solo dopo svariati tentativi.

E’ questa la sanità vicina al cittadino ?    

        

                       

giovedì 19 luglio 2012


http://www.ilgiornalediragusa.it/notizie/politica/42447-ragusa-ammatuna-contro-gilotta-qla-sua-e-stata-una-gestione-clientelare.html

Chiesto l’intervento dell’Assessore regionale alla Salute

Ragusa, Ammatuna contro Gilotta
"La sua è stata una gestione clientelare"

.....“Con la deliberazione del Direttore Generale n. 1064 del 3 luglio 2012, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa ha provveduto a rimodulare l’articolazione delle posizioni organizzative. Tale atto, seppur previsto dalla normativa vigente, poteva essere prodotto già da tempo ed invece viene redatto appena qualche giorno prima delle dimissioni del Direttore Generale".

"Basterebbe la tempistica per far nascere il sospetto di una gestione clientelare"....... 

...."Sarebbe paradossale - sostiene il deputato regionale del Pd - che qualcuno pensasse di ricorrere alla convenzione esterna per svolgere questa funzione, quando all’interno della struttura aziendale esistono le professionalità necessarie.".....

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commento

Fa certamente riflettere l'adozione di un atto deliberativo che fissa l'organizzazione interna dell'Azienda a pochi giorni dalle dimissioni.
E' del tutto giustificato sospettare che possa esserci qualcosa di poco chiaro. Perchè non far indagare su eventuali risvolti clientelari ? 
L'unico neo, però, consiste nel fatto che la pentola si vuole scoperchiare solo ora, dopo un triennio in cui tutto e il contrario di tutto è avvenuto.




http://ragusaoggi.it/23693/cirignotta-prima-gaffe#


Comincia male il neo commissario manager dell'Asp di Ragusa


CIRIGNOTTA: PRIMA GAFFE


.........."Cirignotta il quale dimentica di avvisare la stampa per la "cerimonia" di scambio delle consegne con Gilotta ed insediamento nel nuovo ufficio all'Asp di Ragusa. Invero qualche giornalista e qualche fotografo c'erano ma noi che in casa d'altri andiamo solo se invitati. non siamo andati anche perchè attendere "l'elemosina" per un paio d'ore per sapere chi era costui non ci interessava molto."......


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commento


....iniziamo male !!




ecco alcuni link da consultare


http://livesicilia.it/2011/05/10/dirigente-cirignotta-per-favore-si-dimetta


http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/05/11/cirignotta-annulla-un-bando-da-20-milioni.html








sabato 14 luglio 2012

Finalmente !

Con tutto il rispetto per i problemi personali , finalmente si e' chiusa una delle gestioni piu' controverse della sanita' iblea. Tre anni trascorsi nella completa assenza di programmazione fondata sull'analisi della effettiva domanda sanitaria, nell'inerzia gestionale per affrontare problematiche rilevanti come l'avvio del nuovo ospedale di Ragusa o la definizione del precariato. Cosa fara' o potra' fare il Commissario? Mi auguro che faccia quanto necessario per iniziare il riavvio della buona sanita'.


giovedì 5 luglio 2012

http://www.ilgiornalediragusa.it/notizie/attualita/42213-urologia-verso-lo-smantellamento-comiso-la-cisl-sul-piede-di-guerra.html


Personale medico e infermieristico "trasferito" a Ragusa


Urologia verso lo smantellamento?
Comiso, la Cisl sul piede di guerra


 ....."Si va verso la parziale dismissione dell'ospedale di Comiso? Da qualche tempo, le decisioni del Capo Dipartimento dell'Area Chirurgica sembrano convergere verso un unico obiettivo: chiudere i posti letto dell'Area Chirurgica Indistinta di Urologia. E' quanto scrive la Funzione Pubblica della Cisl, considerando che qualche giorno fa sarebbe stato impedito ad un medico di prestare la propria attività presso il P.O. di Comiso, mentre il personale infermieristico è costretto a lavorare a scavalco presso l'Urologia di Ragusa.".............


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commento


Per chi non lo sapesse....il Capo Dipartimento dell'Area Chirurgica è anche il Primario del reparto di Urologia di Ragusa.
In casi come questo occorre avere il 'coraggio' di dire chiaramente ...." si chiude perchè non ci sono risorse", ma tutto ciò, evidentemente, avrebbe dovuto far parte di un piano programmatico condiviso e razionale....è stato fatto ?