domenica 28 novembre 2010

da:

L’anomalia Lombardo

lunedì 22 novembre 2010 
11:15

Le recenti polemiche che hanno investito il presidente della Regione Raffaele Lombardo, in relazione alle risultanze di un’indagine di mafia svolta dalla Procura di Catania, può costituire l’occasione per avviare una seria riflessione ed un confronto sul tema dei confini e dei rapporti fra responsabilità penale e responsabilità politica. E questo sulla base del presupposto che ogni uomo pubblico, specie se investito di una carica elettiva, deve essere soprattutto “trasparente” agli occhi dei propri elettori ben al di là della semplice incensuratezza penale, essendovi comportamenti non censurabili penalmente ma egualmente meritevoli di censura sul piano etico e politico.
Certo, è facile ipotizzare la difficoltà di avviare un dibattito obiettivo e pacato su un tema così incandescente, specie quando così alti sono i rischi di strumentalizzazione e i pericoli di condizionamento, anche inconsapevole, derivante dalla incandescente vicenda politica-giudiziaria sottostante. Ciò nonostante, è un tema che va prima o poi affrontato, anche perché sempre più sono i casi, che sembrano moltiplicarsi a vista d’occhio, spesso assai più gravi, in cui un malinteso senso di rispetto dei criteri di imputazione della responsabilità penale, in base al principio “la giustizia faccia il suo corso”, determina l’inaudita ed inaccettabile conclusione che nulla deve accadere. Nel senso che, fin tanto che non si forma una sentenza definitiva sul caso, anche per tenere fede al principio di non colpevolezza dell’imputato, nulla accade. Al punto che non vengono tenuti in alcuna considerazione neppure i fatti acclarati in quanto accertati in sede giudiziaria. Con la conseguenza paradossale che taluni potenti, condannati in primo e perfino in secondo grado, lungi dall’uscire della scena politica, continuano a rivestire importanti incarichi politico-istituzionali, e talvolta addirittura sembrano ricavarne titoli di benemerenza, visto che vengono proposti per più alti incarichi, si dice, per sottrarli allo strapotere dei pm…
Ma perché l’Italia non può essere un Paese normale? Un Paese come Israele, dove il primo ministro Ehud Olmert, appena vistosi indagato dalla magistratura per una vicenda di tangenti e corruzione, è andato davanti alle telecamere per protestare la propria innocenza, ma anche per comunicare le proprie dimissioni al fine di non coinvolgere nello scandalo l’istituzione da lui rappresentata, e soprattutto per dichiarare l’orgoglio di vivere in un Paese nel quale opera una magistratura tanto autonoma e indipendente da incriminare il proprio primo ministro, applicando il principio di eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla Legge?
Tocca alla Politica fare passi avanti, individuare parametri obiettivi di riferimento, liberare la responsabilità politica dalla sudditanza rispetto alla responsabilità penale, così deresponsabilizzando il processo penale e la magistratura. In modo tale che non sia e non possa essere un rinvio a giudizio, un’informazione di garanzia, o peggio un’iscrizione nel registro di notizia di reato, a fungere da fattore scatenante di burrasche politiche, ma che siano invece i fatti, eventualmente oggetto del procedimento penale, a dover essere valutati, costituendo i soli elementi da cui far derivare sanzioni politiche in quanto sintomatiche di responsabilità politica, autonoma rispetto a quella penale.


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commento:
una interessante riflessione di un ottimo magistrato che, sicuramente, non è 'vicino' al centro destra .

3 commenti:

  1. "La moglie di Cesare deve non solo "essere onesta" ma anche "sembrare onesta"!! Comportarsi nel modo più pulito possibile, ma mettere in evidenza questa onestà e farla notare anche agli altri. Quindi deve essere e apparire fedele, pura, con una condotta seria e impeccabile sia agli occhi di chi le sta vicino che agli occhi di tutti gli altri..insomma, per la moglie di cesare l'apparenza viene prima di tutto..Ma non l'apparenza formale, bensì quello che di lei si possa pensare". E con questo abbiamo sistemato il problema reale. Quanto alla ISONOMIA, l'eguaglianza cioè davanti alle leggi, al NOMOS, all'usanza...signori miei ne parlò e la mise in paratica il "Signor Solone" di Atene, nel 594 a.C. quando liberò gli schiavi per debiti e istituì quella sorta di "governo" della polis, che i nostri politici non sanno nemmeno cosa sia. Si chiamva DEMOCRAZIA, era scritta con la "eta" ed era il governo del popolo e su quel "del" milioni di falsi democratici ci hanno pasiuto sopra. Ma ne riparleremo se è il caso. Prima manderei di nuovo a scuola i nostri politici inquisiti, sospettati, e CONDANNATI, che proprio in questi giorni hanno la faccia tosta di preparare nuovi gruppi. Vergognatevi e ringraziate che San Giorgio è stato declassato!!!Cosa c'entra?Intelligenti pauca.

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  2. Salvo dimostra, come al solito, la sua vasta cultura classica e non solo. Oggi si parla tanto di 'etica' e la si vuole incardinare nei tanti aspetti della vita sociale, dalla politica alla scuola, dalla religione alla magistratura, dalla famiglia all'ambiente. Ma non sarebbe opportuno passare realmente dalle 'parole' ai 'fatti' ? Il buon Lombardo ( buono tanto per dire !) avrebbe già dovuto dimettersi da un bel pezzo..eppure ha ancora la 'faccia t...' di venire a Ragusa per cercare di prendere per i fondelli noi tutti....sanità,aeroporto,autostrada,raddoppio ragusa-catania,ASI,IACP,....quante risposte non ha fornito ?!

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  3. Dalla "vasta cultura" la butto in farsa: "Forse erano troppe le domande?"
    Grazie per l'apprezzamento, Lillo.

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